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22.06.2017

IL MIO EXPORT

IL MIO EXPORT

L’intervista integrale sull’ export della nostra azienda

L’intervista integrale sull’ export nella nostra azienda

IL MIO EXPORT| 

Settimanale Economico del Gambero Rosso.

( N. 8  | 29. 06 2017 | pag. 11) 

– Qual è la percentuale di export sul totale aziendale, come sta andando il vostro mercato estero e in quali Paesi si concentra la vostra attività?

 

40% estero e 60% Italia (molto del nostro mercato Italia è un mercato locale).

Siamo attivi su vari mercati il più florido è il mercato asiatico, anche se è un mercato altalenante, e questo forse perché abbiamo cominciato ad esportare 10 anni fa.

 

– Dove si vende meglio e dove peggio e perché?

Si vende meglio dove non c’è cultura del vino, perché la si può insegnare, e c’è anche l’idea di comprendere una cultura che ti accoglie. Per questo i nostri primi mercati sono stati Asia ed ora  Africa. 

Si vende a volte meglio dove c’è cultura, questo se hai un prodotto che è in sintonia con una cultura più consapevole del vino.

Un esempio concreto: il nostro vino bandiera CACIARA è più apprezzato in luoghi dove la cultura del vino è da tempo radicata e si cerca una novità intelligente, come ad esempio i mercati del nord Europa.

– Come va con la burocrazia?

Esportando in più di 25 paesi nel mondo , ci siamo abituati alle pratiche burocratiche. Le dogane sono sempre un’incognita, spesso non dipende dal paese in cui esporti, bensì dalle persone.

Per questo per noi la qualità del documento deve valere la qualità del vino: 

Precisione 

Coerenza di presentazione,

Chiarezza.

Non puoi pensare aver venduto il vino semplicemente dopo aver firmato un contratto.


Milena Tonelli. Amministrazione 


Milena rappresenta il back-office della nostra azienda, si occupa dell’amministrazione, dell’ organizzazione e della gestione della burocrazia.  



Marco Tonelli. Logistica

Marco si occupa della logisticae supporta l’azienda  in tutta la fase della preparazione dei bancali, pallet per la spedizione all’estero.

 

– Come sono cambiati l’atteggiamento e l’interesse dei consumatori stranieri nei confronti del vino italiano?

 Bisognerebbe fare un’analisi differente per ogni mercato. Il vino italiano per tempo (per America e  nord America) è stato il prediletto dopo la Francia.

Ad oggi c’è un cambio di direzione, una sorta di risveglio verso regioni meno conosciute come ad esempio può essere la Romagna, che è giovane come approccio al vino  ed è in piena rivoluzione da 15 anni a questa parte.

E fino a questo momento il consumatore straniero aveva conosciuto in primis Toscana e Piemonte.

 

– Come promuoverete il vostro vino nei mercati internazionali?

Promuoviamo il vino all’estero nello stesso modo con cui lo promuoviamo in Italia. PARLIAMO  del territorio.

Secondo noi l’idea del born in Italy’ -inteso come cultura e usi e costumi – è un valore aggiunto fondamentale per la promozione.


We make wines for friends – il nostro tag-line 

– Ci racconti un aneddoto (positivo/negativo) legato alle sue esperienze all’estero.

Ero in Olanda con il mio distributore, discutiamo del mondo del vino e di cosa spinge un consumatore a comprare un vino e ancor più a ricordarsene. ‘Perché buono non basta più’, gli dico:

‘ Il vino che ti ricordi, il miglior vino bevuto è sicuramente quello con gli amici’.

Lui mi ferma e mi chiede: “Perché non lo scrivi in etichetta?” Ad oggi “WE MAKE WINES FOR FRIENDS”  ‘facciamo vino per gli amici’ è il nostro tag-line in etichetta.

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SE CLICCHI sul link puoi trovare l’intervista in formato ridotto e sfogliare il settimanale!

SETTIMANALE I TRE BICCHIERI del GAMBERO ROSSO